Ci sono degli elementi che hanno un valore collezionistico assolutamente incredibile, a volte addirittura si resta esterrefatti dalla tendenza di considerare preziosi cose che possibilmente al momento del loro uso non avremmo mai potuto immaginare acquisire simili valori; e tra questi oggetti impensabili, sicuramente determinante è la valorizzazione che si dà ai gettoni telefonici.
Ma per capire il motivo che spinge sempre più collezionisti ad interessarsi a questi piccoli dischetti metallici, dobbiamo anche capire cosa hanno rappresentato, ovvero la ragione per cui sono stati creati al fine di migliorare la qualità della vita di chi li possedeva. Quindi, facciamo insieme un tuffo nel passato e parliamo dei gettoni telefonici.
Cosa erano questi gettoni telefonici?
Quando un tempo non esistevano i cellulari, o gli smartphone di ultimissima generazione, il modo che si aveva di comunicare con le persone era acquisito solo attraverso l’uso delle cabine telefoniche, dove per effettuare le chiamate, urbane e interurbane, diventava fondamentale l’uso dei classicissimi gettoni di metallo. Oggi, sono oggetti da collezione di inestimabile valore in taluni casi, e anche a quel tempo rappresentavano qualcosa di cui disporre per poter sempre rimanere in contatto con il mondo.
La loro funzionalità era gestita in modo piuttosto semplice: venivano inseriti dentro una fessura, posta in alto al telefono pubblico, e attraverso un meccanismo interno, si calcolava il valore e si permetteva di effettuare la chiamata, che comunque restava un breve modo per dire “ci sono, sono vivo, mi trovo qui o lì, e sto bene”. Insomma, tutt’altra storia, diversi tempi, quando le cose erano più semplici e nessuno faceva caso e alla lontananza.
Ma quali sono quelli che valgono di più?
Diciamo che, come succede con le monete, bisogna saper valutare alcuni fattori: intanto a livello estetico, sappiamo che il metallo con cui sono stati prodotti è irrilevante, perché non vale nulla; ma dal punto di vista della tiratura con particolari gettoni, e attraverso l’indicazione della data di produzione, indicata dal numero di 4 cifre che si trova sul dritto del gettone, possiamo identificare il valore del nostro gettone telefonico. Ecco alcuni esempi di gettoni telefonici che valgono tantissimo:
- primo gettone telefonico in Italia, è del 1927 e presenta come azienda produttrice la STIPEL, in occasione della Fiera Campionaria di Milano: è stato venduto all’asta per un prezzo di 990 euro
- il gettone telefonico TIMO prodotto a Bologna nel 1928, è il primo gettone nichelato, e ha un valore tra i 100 e i 200 euro, ma all’asta, se è considerato rarissimo per via delle sue condizioni impeccabili, è stato venduto a 1.300 euro
- il gettone telefonico SET di Napoli del 1934, ha alcuni errori di stampa, con un dritto e un rovescio identici. In questi casi il valore non supera i 150 euro
- il gettone telefonico TETI di Roma del 1935, ha un valore che parte da 20 euro, ma arriva a 200 euro se in ottime condizioni
Questi solo alcuni gettoni telefonici che registrano l’importanza dei dettagli come fondamentali per determinarne il valore collezionistico, unitamente anche alla data di produzione, che, come è possibile notare, è molto lontana dai giorni nostri, e si ferma per i casi più casi, non oltre gli anni ’30. Insomma, siamo alla presenza di oggetti di metallo non prezioso, con valori collezionistici di tutto rispetto, che raccontano uno spaccato dell’evoluzione del sistema comunicativo italiano.
Una piccola chicca: rispetto alle monete, per riconoscere l’anno di conio di un gettone telefonico sarà sufficiente prendere il numero di quattro cifre presente sul gettone. Per esempio, se il numero 7805, questo ci darà informazioni non solo sull’anno, ma anche sul mese, perché: con 78 si indicherà l’anno di produzione, con 05 il mese: quindi, il gettone con sigla 7805 sarà stato coniato nel mese di maggio dell’anno 1978.